Descrizione e tutela di un archivio
- Archivio
- Febbraio 24, 2023
Un archivio storico descritto è un archivio che ha buone probabilità di essere tutelato e conservato al meglio, infatti nella normativa nazionale relativa ai beni culturali, il Codice dei beni culturali e del paesaggio, fissa l’obbligo della descrizione degli archivi storici all’art. 30 c. 4, ovvero l’obbligo di conservazione e inventariazione, valido sia per gli enti pubblici sia per quelli privati, per i quali è avvenuta la dichiarazione di interesse culturale.
Il concetto e le funzioni dell’archivio vengono ribadite, sempre all’interno del Codice, all’art. 101, c. 1-c, che definisce, tra gli istituti e i luoghi della cultura elencati, l’archivio come:
una struttura permanente che raccoglie, inventaria e conserva documenti originali di interesse storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca.
Inoltre, all’art. 17, c. 3 il Codice stabilisce anche che le metodologie di inventariazione devono essere oggetto di studio e ricerca da parte del Ministero e delle regioni, anche con la collaborazione delle università, centri importanti, ma non gli unici, per la formazione dei professionisti del settore. Sono maggiormente questi, gli archivisti, quando le istituzioni non intervengono a dare visibilità e attenzione al tema, a dover smuovere la curiosità e l’interesse delle masse su documenti e archivi con eventi e manifestazioni che valorizzano e fanno conoscere il nostro patrimonio, oltre ad autoregolamentare il proprio comportamento anche sulla questione della descrizione. Il Codice internazionale di deontologia degli archivisti, infatti, all’art. 2 afferma che:
Gli archivisti trattano, selezionano e conservano gli archivi nel loro contesto storico, giuridico e amministrativo, rispettando quindi il principio di provenienza, tutelando e rendendo evidenti le interrelazioni originarie dei documenti.
Anche se non è presente il termine “descrizione”, la funzione è implicita nell’ultima parte del periodo quindi nell’operazione di rendere evidenti le interrelazioni originarie dei documenti, ovvero il vincolo archivistico, ovvero il legame invisibile manifestato dall’ordine in cui si sono accumulati, organizzati e conservati i documenti, attività che verrà descritta nello specifico nell’approfondimento a seguire.
Se fin qui è stata ribadita l’importanza della descrizione, ancor più rilevante e utile alla comunità civile e scientifica è la descrizione standardizzata del patrimonio archivistico.
Lo standard, parola inglese da tempo entrata nel nostro vocabolario, è il
Modello, tipo, norma cui si devono uniformare, o a cui sono conformi, tutti i prodotti e i procedimenti, tutte le attività e le prestazioni, di una stessa serie
Gli archivisti, e tutti coloro che svolgono servizi archivistici, devono tener ben presente l’esistenza degli standard di descrizione, sia di quelli nazionali, come le NIERA (EPF) – Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie, sia internazionali come ISAD (G) – General International Standard Archival Description, ISAAR (CPF) – International Standard Archival Authority Records for Corporate Bodies, Persons and Families, ISDIAH – International Standard for Describing Institutions with Archival Holdings. Di questi, gli ultimi tre si riferiscono rispettivamente: alla descrizione generale dell’archivio, alla descrizione dei soggetti produttori degli archivi, in particolare enti, persone e famiglie; alla descrizione degli istituti conservatori di archivi.
Senza entrare nello specifico degli standard appena nominati, e senza andare nel dettaglio di altri come EAD -Encoded Archival Description, di EAC-CPF – Encoded Archival Context-Corporate Bodies, Persons and Families e di METS – Metadata Encoding and Transmission Standard, ideati rispettivamente per la codifica in formato digitale di strumenti di ricerca, per la codifica in XML e l’interscambio di record di autorità, per la codifica di metadati descrittivi, amministrativi e strutturali per gli oggetti che fanno parte di archivi, e per documentare le relazioni complesse tra le varie forme di metadati, è possibile già intuire l’importanza di tanto lavoro speso da esperti e professionisti per far sì che la conoscenza degli archivi arrivi a tutti e sia accessibile attraverso norme comuni internazionali, che permettono una descrizione normalizzata di ogni elemento archivistico e che mantiene allo stesso tempo intatta la specificità di ogni complesso, istituto e soggetto produttore di archivi.